Michael Fremer di Stereophile recensisce il Mat Chakra Limited

Il NUOVO MAT CHAKRA EDIZIONE LIMITATA

Mi è stata inviata di recente una nuova rondella larga e piatta per il clamp OMA K3 da collocare sul giradischi, sotto il disco. Il concetto è abbastanza chiaro: la rondella lavora insieme al clamp che si avvita sul disco, il quale viene pressato sul piatto, sino all’orlo. Il risultato è una maggiore adesione fra i due, che riduce le vibrazioni del vinile, migliorandone la qualità sonora e contribuendo anche a spianare eventuali ondulazioni.

La nuova rondella è leggermente più alta, il che significa una maggiore aderenza del clamp. La differenza sonora si avverte subito: un evidente aumento della ricchezza in gamma media, è il principale (ma non l’unico) miglioramento, sottile, ma significativo.

Il nuovo Mat Chakra, della Sublima Research in Italia, è un sottodisco sottile, leggero, moderatamente flessibile, realizzato in un materiale sconosciuto con una finitura simile alla carta abrasiva ed altre tre cose misteriose. La prima è un ritaglio di circa 1/2″ x 1/16″ dalla parte dei solchi del disco, distanziato di circa un pollice dal bordo esterno. Le altre due sono macchie di vernice grigia, piatte e rotonde (che pare agiscano come “un’ interazione elettromagnetica”) che a loro volta riempiono piccoli fori circolari del diametro di circa 1/4″, uno situato nel campo dell’etichetta, l’altro vicino o all’ interno del solco di uscita di molti dischi, a seconda della velocità e/o del taglio degli stessi.

Il design del Mat Chakra è il risultato di “10 anni di sperimentazione e miglioramento su interazioni di elettromagnetismo, mai state spiegate, quindi poco conosciute. Secondo il sito Web dell’ azienda, il Mat si basa su tre principi “fondamentali” descritti sul sito Web di Sublima, come “interazione elettromagnetica”, “accordatura e attenuazione di risonanza”, e “ disaccoppiamento meccanico”.

Per “accordatura e attenuazione di risonanza”, presumo che il progettista intenda dire che il Mat è “ accordato” per ridurre la risonanza del vinile. Il disaccoppiamento meccanico è abbastanza semplice da capire: la finitura abrasiva potrebbe disaccoppiare il disco dal Mat in una certa misura.

La lettera che ho ricevuto con il Mat Chakra, afferma che “permette di ottenere maggiori informazioni dal vinile diminuendone l’usura!” Secondo il sito web, la riduzione dell’usura si ottiene “riducendo il carico di contatto, consentendo alla puntina una lettura molto più naturale e completa.”

Gli studi effettuati nel laboratorio di ricerca Sublima di Roma, hanno rivelato che la lettura degli LP risulta continuamente errata, poiché questi disturbi generano un degrado sonoro e uno spostamento dei timbri originali, cambiando i toni e riproducendo un suono di diversa altezza (frequenza). Il Mat Chakra Limited “agisce sul comportamento capacitivo/meccanico tra la testina sul vinile e il giradischi.”

Anche tenendo conto della chiarezza della traduzione, qui abbiamo una certa quantità di termini indecifrabili. Non so cosa siano “questi disturbi”. Non v’è alcuna spiegazione di cosa sia esattamente il “comportamento capacitivo/meccanico” tra la testina e il giradischi, o ciò che lo causa. Né v’è alcuna indicazione su cosa sia il Mat che lo riduce. Inoltre, che cos’è il materiale abrasivo sulla superficie del Mat? Di cosa è fatto lo stesso Mat? Qual è la funzione dell’apertura e dei due fori e di cosa sono fatti? Tutti interrogativi ai quali non so dare risposta.

Quello che so è questo: ho riprodotto alcuni dischi posizionandoli direttamente sul piatto in grafite policristallina OMA, usando il sistema di bloccaggio. Dopodichè ho ripetuto il tutto, posizionando stavolta il Mat Chakra sul piatto in grafite , bloccando il tutto con l’apposita rondella.

Mi piace molto The Age of Gold Ballet Suite (RCA LSC – 2322) di Shostakovich, con Jean Martinon alla direzione della London Symphony Orchestra, registrata in stereo nel 1957 alla Kingsway Hall, probabilmente dal team di registrazione della Decca Records, ma non pubblicata sino al 1959. E’ un brano spettacolare, che può suonare un po’ brillante nei “pieni orchestrali”, specialmente nello “scrosciare” dei piatti e nell’insieme degli archi. Posizionato il Mat, la scena sonora si è fatta più ampia e profonda, il complesso degli archi aveva un tocco di calore in più e i legni erano un po’ meno penetranti. Il primo grande “scroscio” dei piatti aveva un suono più naturale, con un miglior controllo e un rumore meno aggressivo, il “pizzicato” delle corde degli archi, era più elastico. Il primo grande “pieno orchestrale” dopo pochi minuti, è stato molto meno invasivo presentato con maggior realismo e soprattutto controllo: non si è evidenziato eccessivamente sulla scena. La registrazione, per quanto mostrasse una qualche aggressività in alto, si è rivelata molto più piacevole da ascoltare con il Mat che senza di esso. Ho sentito questa differenza con ogni disco, ma si è rivelato più significativo con la musica orchestrale e acustica in generale. L’effetto sonoro è molto simile alla “smagnetizzazione”della registrazione, cosa che come ovviamente si sa, è impossibile, anche se tutte le persone che sono venute a trovarmi hanno sentito la differenza. Io non scrivo di cose del genere a meno che non le senta, e parlo sul serio!

L’inventore Alex Cereda, afferma che questi Mat sono prodotti uno alla volta e costano €350, ovvero $398. Con una demo ad un Audio Show, potrebbe venderne un bel po’. Altrimenti, il Mat Chakra si può acquistare direttamente da: www.sublimacables.com

Analog Corner – Stereophile #321

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